Boom di investigazioni private con il covid 19
La nostra agenzia investigativa ha registrato un aumento dei casi di indagini private su infedeltà e furbetti dello smartworking.
Il titolare della Templar S.r.L. Antonio Bericotto, ci spiega come ci sia stato un incremento considerevole in particolari ambiti di investigazioni durante il periodo di lockdown a causa del corona virus.
Ne hanno parlato spesso anche giornali e tv. Uno degli effetti della reclusione forzata per far fronte all’epidemia di covid-19 è stata l’affiorare di situazioni di infedeltà coniugali che mal si potevano gestire a stretto contatto con il proprio nucleo familiare. Comportamenti che prima non destavano alcun sospetto, chiusi in casa con il proprio partner, hanno avuto l’effetto di portare allo scoperto casi di tradimento.
Questo ha generato un vero e proprio boom di richieste di investigazioni private giunte alla nostra agenzia. Oltre alle indagini sull’infedeltà del partner, l’altro ambito che ci ha coinvolti in prima linea è stato il cosiddetto fenomento dei “furbetti dello smartworking”. Tanti datori di lavoro si sono rivolti a noi, infatti, per arginare le irregolarità del lavoro da remoto.
Infedeltà e furbetti sul lavoro ai tempi del corona virus.
Infedeltà coniugale e mancato rispetto delle regole dello smartworking sono dunque i due ambiti in cui si è concentrata maggiormente la nostra attività investigativa in questi mesi.
Durante il lockdown imposto dal D.P.C.M. del 22 marzo 2020 che ha bloccato la nostra e tante altre aziende fino a maggio, ci siamo impegnati in un piano di azione prevedendo quali sarebbero state le attività con maggiori richieste.
Ecco le parole del nostro titolare: “Se prima del covid il numero di aziende che chiedevano i nostri servizi per avere informazioni su dipendenti infedeli superava quello delle prestazioni legate a rapporti di coppia, negli ultimi mesi il quadro si è capovolto. Lo avevamo previsto, ma il divario non è stato significativo quanto pensavamo. Nonostante e proprio a causa dello smartworking infatti i casi di lavoratori disonesti non mancano”.
Infedeltà coniugale durante il lockdown.
Un fenomeno le cui conseguenze sono state grandemente sottovalutate durante la convivenza forzata imposta dalle misure di sicurezza del corona virus, è stato quello dell’infedeltà. I protagonisti hanno in effetti pagato un prezzo alto quando improvvisamente si sono stati visti negare ogni opportunità di incontri clandestini, rinchiusi in una cattività domestica nella quale anche gli strumenti di comunicazione via web spesso dovevano essere condivisi. Disperati, “gli amanti” hanno cercato di inventarsi di tutto, adottando inevitabilmente comportamenti che hanno finito per risultare sospetti. Una volta riaperta l’agenzia, infatti, ci sono pervenute tantissime richieste di persone in cerca di conferme prima di intraprendere decisioni importanti come, ad esempio, la separazione.
“Stare settimane a stretto contatto ha reso più facile carpire segnali sospetti, telefonate o messaggi o abitudini strane, come chi in quarantena fingeva di uscire per la spesa anche tre volte al giorno. Nella quasi totalità dei casi i sospetti vengono poi confermati dalle nostre indagini. Per questo prepariamo fin da subito la vittima ad aspettarsi il peggio”.
I furbetti dello smartworking e le richieste dei datori di lavoro.
Lo smartworking, attività già molto presente all’estero ma in Italia poco praticata, è stato introdotto in fretta e furia come strumento per tentare di arginare il blocco totale delle attività economiche. E c’è da dire che non sono mancati i casi encomiabili di chi si è dato da fare per migliorare e regolamentare questa pratica. E poi, come al solito, ci sono stati anche i furbetti dello smart working.
In questi mesi molte aziende si sono affidate a noi investigatori privati per controllare l’effettiva attività lavorativa da remoto nelle proprie abitazioni. I limiti imposti dalla legge, rendono assai arduo verificare il comportamento dei propri dipendenti da casa. Ad esempio, anche per un professionista abilitato, è impossibile fotografare o filmare un dipendente se non in un luogo pubblico.
Ci spiega ancora il nostro titolare: “Ci siamo sempre occupati di chi approfitta di malattie, infortuni, permessi o abusa della legge 104, tanto per evitare di lavorare, quanto per portare avanti altre attività magari in nero. Se questi ultimi casi erano i più semplici da verificare, oggi con il lavoro da remoto è molto più arduo visto che dobbiamo agire sempre nella piena legalità. Nonostante leggi più stringenti, i casi di infedeltà lavorativa sono molti, anche in questo periodo in cui le aziende non possono permettersi ulteriori problemi causati dai dipendenti. Si tratta sempre di richieste sofferte, mai con spirito vendicativo, ma chi ne approfitta va a minare anche lo stato d’animo dei colleghi”.
Nel corso della pandemia ci siamo ritrovati ad affrontare sfide inaspettate e impegnative che ci hanno portato a momenti di profonda riflessione ma soprattutto a consolidare ancora di più lo spirito di servizio che la Templar Investigazioni mette in campo nell’ascoltare le problematiche e le esigenze dei clienti.
Per queste ragioni non esitate a contattarci, saremo lieti di accogliere le vostre problematiche con la massima discrezione in una prima consulenza gratuita.